Nel 2012 la Corte di giustizia europea ha sancito una volta per tutte la legittimità del mercato del software usato. L’organo giuridico supremo del Vecchio Continente ha di fatto stabilito che il commercio di software di seconda mano è consentito per il software venduto all’interno degli Stati dell’Unione e della Svizzera, purché venga rispettata la cosiddetta “catena dei diritti”, compresa la necessità per il primo acquirente di rendere inutilizzabili le copie rimanenti. Elemento che sarebbe invece mancato nel caso che ha coinvolto l’anno scorso Eric Lundgren, imprenditore nel settore del riciclo di rifiuti elettronici condannato per aver riciclato in modo improprio alcune licenze Windows.
Il chiarimento normativo ha spalancato le porte a un mercato, quello della compravendita di licenze usate, che per molte aziende – soprattutto di piccolo e medio calibro – si sta rivelando piuttosto vantaggioso sul piano economico.
“Chi compra software di seconda mano può arrivare a risparmiare il 70% rispetto al nuovo”, spiega Björn Orth, CEO di Vendosoft, società tedesca nata nel 2014 con l’obiettivo di dare una seconda vita alle licenze di Microsoft e Adobe. “Il margine dipende naturalmente dalla tipologia e dalla quantità di licenze richieste e dalla nostra disponibilità in quel momento, ma quel che posso dire è che si tratta in ogni di un’opportunità enorme, sia per le società che vendono sia per quelle che comprano. Le prime possono recuperare valore dall’investimento originario, le seconde possono acquistare copie conformi e autorizzate a condizioni economicamente vantaggiose. Il nostro principale cliente”, cita a titolo di esempio il fondatore dell’azienda, “è una realtà italiana del mondo dei trasporti che ha risparmiato circa 750.000 euro grazie all’acquisto di licenze Microsoft usate”.
La sfida è piuttosto impegnativa. “La parte più difficile di questo business resta la reperibilità del software”, ci spiega Andrea Migoni, Microsoft Licensing Professional di Vendosoft per l’Italia. “La domanda è paradossalmente maggiore dell’offerta: molte aziende che hanno acquistato licenze a volume nuove non sanno di avere fra le mani un piccolo patrimonio che ha una lunga vita nel tempo”.
Resta poi tutto il discorso della gestione della transizione fra il vecchio il nuovo. Sotto questo profilo, ci spiega il responsabile italiano, “Vendosoft è certificata come Microsoft Silver Partner e Adobe Certified Reseller e garantisce licenze software a norma di legge”. Con ogni fornitura, in pratica, la società tedesca garantisce consulenza certificata Microsoft Licensing Professional, licenze conformi al produttore, bolle di consegna e fatture, certificazioni della catena di fornitura da parte di un revisore contabile, disco di installazione e codici volume licensing.
COSA SUCCEDERÀ CON IL PASSAGGIO AL CLOUD
Il nodo principale resta però quello della tenuta del modello di business nel tempo. Con il passaggio da licenze on-premise a cloud il mercato del software di seconda mano rischia di diventare marginale.
“È vero – ammette Orth – il mercato del software sta cambiando, basti pensare alla scelta piuttosto radicale fatta da Adobe con l’avvento della Creative Cloud. Il mercato delle licenze installate resta però molto vivo, e credo che lo sarà ancora per almeno 6-7 anni. In linea generale posso dire che il nostro obiettivo a medio e lungo termine sia quello di diventare il partner di riferimento per lo sviluppo di una strategia software, vecchio o nuovo che sia. Enti pubblici, imprese e organizzazioni di tutti i settori e di tutte le dimensioni faticano spesso a individuare la soluzione migliore per le proprie necessità”.